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Regio Sommergibili "Alpino Bagnolini" (BN) classe Liuzzi
Motto: "Pais feila veddi"
Parte di una classe di cinque battelli, costruiti 4 per l'Italia
Caratteristiche del sommergibile:
Tipo: media crociera
Cantiere: Tosi Taranto
Anno di impostazione: 15/12/1938
Varo: 28/10/1939
Entrata in servizio: 22/12/1939
Affondato il: 11/11/1944
Lunghezza: 77,5 m
Larghezza: 6,98 m
Immersione: 4,56 m
Dislocamento in superficie: 1166 t.
Dislocamento in immersione: 1484 t.
Apparato motore in superficie: 2 motore diesel, due eliche
Potenza: 3420 cv
Velocità max. in emersione: 17.8 nodi
Autonomia in emersione: 13204 miglia a 8 nodi (con sovraccarico)
Apparato motore in immersione: 2 motori elettrici, due eliche
Potenza: 1250 cv
Velocità: 8,6 nodi
Autonomia in immersione: 111 miglia marine alla velocita di 4,0 nodi
Armamento: 4 TT.LL.SS prora, 4 TT.LL.SS. poppa, 1 cannone da 100/47mm, 2 mitragliere da 13,2
Equipaggio: 7 ufficiali, 50 sottufficiali e marinai
Profondità di collaudo: 100 mt
Allo scoppio della guerra è inviato in pattugliamento a S.E. di Gaudo al comando del Capitano di Corvetta. Tosoni Pittoni ed il 12
Giugno 1940 affonda l'incrociatore britannico HMS Calypso (D61) da 4.180 t, ottenendo il primo successo italiano sul mare.
Inviato successivamente ad operare in Atlantico dalla base di betasom/Bordeaux , il 18 settembre 1940, affonda il mercantile inglese
Cabo Tortosa. Nella successiva missione, al comando del Capitano di Corvetta Tei, affonda, il 19 dicembre 1940,il mercantile inglese
Amicus (3.660t).
Nella primavera del 1943, dopo diverse missioni operative in Atlantico, se ne decide la trasformazione in sommergibile da trasporto ma
l'armistizio lo sorprende ancora a Betasom, dove sarà inglobato nella flotta subacquea tedesca assumendo la denominazione di U IT 22.
Salpato, con equipaggio misto italo-tedesco verso Singapore sarà affondato al largo del Capo di Buona Speranza il 11 Marzo 1944.
Alpino Attilio Bagnolini
Nato a Villadossola il 7 aprile 1913, partecipò con l'11° regg. Alpini del glorioso Btg. «Intra» alla campagna d'Africa nel 1936.
Di carattere buono e semplice ma volitivo e forte, temprato alle fatiche e alle privazioni della vita di montagna, gli fece affrontare
in quel lontano '36 i disagi e i pericoli di una terra inospite e nemica.. A Mai Ceu, nell'Africa Orientale, il 31 marzo 1936 cadeva
crivellato di colpi gridando in supremo atto di sfida al nemico «pais, feila veddi!». Quale riconoscimento al suo sacrificio e valore
gli venne conferita la Medaglia d'Oro al valor militare con questa motivazione: "Capo arma leggera in piccola ridotta avanzata di capitale
importanza, spiegava efficace e instancabile azione di fuoco contro le orde nemiche attaccanti. Accortosi che l'avversario, con grave
pregiudizio della difesa tentava, defilato alla vista, l'aggiramento per un roccione sovrastante, non esitava a balzare fuori dalla
ridotta con la sua arma e una cassetta di munizioni e raggiunto il roccione sorprendeva col suo fuoco micidiale il nemico. Ergendosi
in piedi con l'arma imbracciata per meglio colpirlo. Gravemente ferito al petto, mosso solo dalla preoccupazione di salvare l'arma,
riusciva, grondante di sangue, a trascinarla, col suo corpo martoriato nella ridotta.Qui, benché stremato di forze, si ergeva nuovamente
in piedi e riprendeva a sparare contro il nemico che imbaldanzito ritornava all'assalto. Colpito una seconda volta, ripiegandosi in
estremo amplesso sull'arma, lanciava nel dialetto natio, suprema sfida al nemico, l'ultimo grido: «Pais, fei la veddi».