Modellismo
Ivano Pinelli, Totiano della prima ora, assieme al modellista Giampiero Galeotti, hanno realizzato questa originale idea attorno allo stereotipo che un sommergibile sarebbe una "scatola di sardine". Il battello, notiamo nella forma originale pre modifiche degli anni '80, sembra emergere dalla scatoletta, sul cui coperchio campeggia il delfino, simbolo dei sommergibilisti.
Spesso ho avuto occasione di accompagnare mio figlio di dieci anni, anche insieme ad altri suoi compagni di classe, a visitare il sottomarino Enrico Toti presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Dopo la visita, abbiamo fatto sosta presso il concept store alla ricerca di qualche gadget interessante da portare a casa, sia per ricordarci della giornata passata insieme che dell'incontro con un nuovo mondo così affascinante e misterioso. Tra le molte proposte offerte, benché interessanti e gradevoli, i ragazzini non hanno però trovato qualcosa che li soddisfacesse veramente: è stato allora che ho avuto l'intuizione! Perché non proporre allo staff del Museo un modellino statico del Toti, da costruire manualmente con pochi pezzi, realizzato, se possibile, in materiale naturale e che potesse dare ai ragazzini la soddisfazione di possedere una "copia" dell'originale costruita con le proprie mani? Un giorno, ho sempre pensato che, qualcuno di loro, guardando incuriosito sulla mensola della propria cameretta quel modellino, avrebbe iniziato a porsi qualche domanda in più sui sommergibili, sui sottomarini e, soprattutto, sugli uomini che ne hanno fatto la storia.
Da buon architetto e designer mi sono messo subito all'opera individuando i materiali che ritenevo più adatti e cercando di capire quale tecnica costruttiva fosse più congeniale all'idea che, intanto, nella mia testa, stava prendendo forma. Cercavo già di immaginare i passi necessari per la sua progettazione fino ad arrivare al tipo di immagine che avrebbe dovuto avere sia il modellino che il suo packaging di vendita. Il mio obbiettivo era di proporre un progetto quasi completo che colpisse immediatamente la Responsabile Marketing del Museo in modo tale da convincerla subito e senza esitazione sulla bontà della mia idea. Ed è andata proprio così. L'ha apprezzata molto e si è dimostrata entusiasta, cordiale e molto disponibile per gli ulteriori sviluppi.
Ma veniamo ora ad una breve spiegazione dell'evoluzione del progetto. Il primo passo è stato definire l'aspetto finale del modellino: volevo che fosse una rappresentazione del "Toti" stilizzata, con una personalità propria, non mi interessava una copia fedele nel minimo dettaglio. Il modellino era pur sempre dedicato a dei ragazzini e non volevo che fosse scambiato né per un giocattolo qualsiasi né per un modello in scatola di montaggio. Ero convinto inoltre che dovesse essere molto semplice da montare e composto da pochi elementi assemblabili tra di loro senza aiuto di colla. I limiti iniziali che mi ero dato erano piuttosto vincolanti. Ho elaborato dunque un modello virtuale, tridimensionale e semplificato del sommergibile sulla base di designi tratti da testi del settore e, una volta individuata la dimensione reale in scala più adatta, l'ho sezionato in parti uguali. Ne sono derivate delle sagome che, una volta accostate tra di loro nel modo corretto, hanno fatto sì che il modellino, se pur ancora virtuale, fosse, quasi, già pronto! La scelta del legno come materiale di costruzione, per le sue proprie caratteristiche estetiche e di lavorabilità è stata pressoché istantanea. Le nuove tecnologie mi sono poi venute in aiuto. Il taglio laser, ben più lineare e definito di altre tecniche meno raffinate, avrebbe garantito sagome dettagliate, ben rifinite (senza pericolose schegge) ed incastri precisi. L'ulteriore idea di lasciare le sagome attaccate alle tavolette in legno in modo tale che, con una semplice pressione, si potessero staccare senza particolare fatica, aveva generato un triplice vantaggio: la costruzione del modellino da parte degli utilizzatori diventava ancora più completa, imballare due tavolette di formato standard risultava molto semplice e, infine, considerando che i visitatori del Museo giungono da tutto il mondo, un package sottile sarebbe risultato più facile da trasportare anche riposto in un borsone o in una valigia.
Dopo un paio di settimane dalla prima elaborazione tridimensionale, dopo aver fatto manualmente alcune prove, una volta Individuato il fornitore giusto che fosse in grado di offrire il miglior rapporto qualità-prezzo, avevo tra le mani il primo prototipo: era riuscito davvero bene. Anzi, era riuscito così bene, che, appena mostrato alla Responsabile del Museo della Scienza e della Tecnologia, il modellino aveva subito avuto la sua approvazione. Stabilito, in accordo con il Graphic Designer del Museo, l'aspetto finale dell'imballaggio il modellino era pronto per la messa in produzione. Aver potuto realizzare questo progetto è stata, per me, una grande soddisfazione personale e professionale. Accade molto raramente di incontrare subito e quasi senza condizioni il favore di un cliente (per di più di grande prestigio, come il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano) quando si trova davanti una nuova ed inaspettata proposta. La gratificazione maggiore nasce però nell'essere riuscito a lasciare un piccolissimo segno nel mondo incredibile dei sommergibili con l'unica e vera intenzione di permettere che anche i più piccoli possano avvicinarsi ad esso, prima tenendo tra le mani e guardando un semplice modellino stilizzato per poi scoprire e leggere le storie straordinarie di chi, in tempo di guerra e di pace, per onore del dovere o per amore della scienza, ha vissuto, sofferto e gioito in quel mondo "sommerso" ancora troppo poco conosciuto.
Un ringraziamento sincero a Barbara ed Ales del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano per la loro disponibilità e serietà ed a Marco, curatore di www.delfinidacciaio.it per la sua cortesia ed attenzione.
Claudio Schenardi, figlio di un sommergibilista che ha servito sul Toti appena consegnato alla M.M.I., ha realizzato questo bellissimo modello in sezione; ecco come è arrivato a realizzarlo:
L'idea di realizzare un modello che riproducesse anche gli interni del sommergibile Toti risale al 2001 quando ebbi l’occasione di visitare l’interno del battello all’indomani del suo arrivo nel porto fluviale di Cremona. In quella circostanza scattai numerose foto dei locali e delle apparecchiature e successivamente girai alcuni video percorrendo il battello per l’intera lunghezza dai tubi di lancio fino al passaggio a scafo dell’asse dell’elica.
Su segnalazione del giornalista R.Casetta ricevetti dall ’Associazione Navimodellisti di Bologna i piani costruttivi del sommergibile e così completai la documentazione necessaria per cominciare il lavoro.
Ho deciso di realizzare il modello in scala 1:35 per renderlo compatibile con i “soldatini” che successivamente l’avrebbero abitato.
I materiali e le tecniche usate sono semplici ed adeguati ad un ragazzo (allora 23-enne) senza particolare esperienza modellistica, ma mosso da una grande passione.
La struttura (sezioni, pavimenti e chiglia) è in compensato mentre il rivestimento è in cartoncino plastificato ricoperto di cartapesta levigata.
I particolari nascono dalla modifica di materiali di recupero come piccoli bottoni, monetine, stuzzicadenti, graffette, canaline elettriche, filo di ferro, schede telefoniche, spilli e soprattutto le sorprese della Kinder che con la loro varietà mi hanno dato numerosi spunti di impiego.
Il MEP è addirittura realizzato con il maxi-involucro della sorpresa di un uovo di Pasqua!
Le decals che arricchiscono i principali apparati sono state create con Photoshop sulla base delle foto scattate.
I vari locali sono illuminati da alcuni led rossi, le “luci di via” sono funzionanti così come sono mossi da un motore Lego anche l’elica e l’antenna del radar; le relative batterie sono situate nella “cuffia” del trasduttore sonar per essere facilmente accessibili.
Il periscopio ha le impugnature ripiegabili e può essere alzato e ammainato.
Avendo sezionato il battello sul fianco sinistro non ho potuto purtroppo includere la piccola cucina, parte della camera di manovra (centrale di tiro, radar ecc.), i quadri elettrici ed uno dei motori diesel ma il resto risulta abbastanza fedele all’originale anche se alcune semplificazioni o modifiche sono state inevitabili.
Claudio Schenardi
Modello M.A.S.
La classe Toti è stata celebrata anche da un dettagliato modellino grazie alla ditta M.A.S. Il modellino è in scala 1:350 e davvero molto dettagliato; al punto da fornire una versione al varo e un'altra fedele all'assetto assunto dopo i grandi lavori di mezza vita che i battelli hanno subito nei primi anni ottanta.
Il progetto in CAD del modello
Il prototipo da cui deriverà lo stampo
Il contenuto della scatola di montaggio
Toti versione di progetto
Toti versione di progetto
Toti versione post grandi lavori
Altri modelli
su questo modello, invece, hanno studiato generazioni di Totiani. Oggi si trova presso la Scuola Sommergibili, a Taranto.
Mostra di modellismo navale a Genova
Mostra dell'Associazione modellisti spezzini (settembre 2008)